A Comiso 30 anni dopo
Per Pio La Torre
e per un Mediterraneo di pace
Erano parte di un poderoso movimento europeo
che per un decennio, in un continente diviso dal muro di Berlino e minacciato
dalla guerra atomica, combattè per liberare il mondo dal dominio delle
superpotenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica, convinto della
necessità di un’Europa “senza missili dall’Atlantico agli Urali”, in cui solo
la pace e la distensione - e non il riarmo - avrebbero facilitato i processi di
democratizzazione nell’Est Europeo.
I missili a Comiso indicavano che il nuovo
fronte del conflitto si stava spostando nel Mediterraneo: il nuovo nemico del
nord era ormai il sud, come la storia degli anni successivi ha poi dimostrato.
Alla testa e al fianco di quel corteo
colorato, alla guida di quel movimento straordinario fatto di donne e uomini di
culture ed esperienze diverse, di tante ragazze e ragazzi che si affacciavano
per la prima volta alla politica stava un uomo che più di ogni altro aveva
intuito come la lotta e l’impegno per la pace, contro la militarizzazione della
Sicilia si intrecciava a filo doppio con un impegno più antico, quello
antimafia, per la democrazia, per la legalità.
Quell’uomo, Pio La Torre , poche settimane dopo
quella straordinaria giornata, il 30 di aprile del 1982, veniva assassinato a
Palermo, assieme a Rosario Di Salvo. Assassinato dalla mafia, che da tempo lo
aveva individuato come nemico principale per l’attacco da lui sferrato ai patrimoni
economici dei mafiosi, e che ora voleva
mano libera nelle speculazioni edilizie promesse dal grande
insediamento che si stava progettando attorno alla base
militare.
Pio La
Torre e quello straordinario movimento contrapponevano all’idea di Sicilia come portaerei e avamposto armato nel Mediterraneo, quella di
piattaforma di pace e dialogo, di terra capace di valorizzare le proprie
risorse locali, agricole e culturali innanzitutto.
Oggi la base nucleare di Comiso non c’è più. E neppure il
Muro di Berlino. Il mondo è cambiato. Ma
le parole d’ordine di quella giornata, le rivendicazioni di quel movimento, le
ansie e le preoccupazioni che Pio La
Torre esprimeva mantengono inalterata la loro validità.
Nel pianeta c'è il più alto tasso di
ineguaglianza mai raggiunto. Aumenta lo sfruttamento degli esseri umani, della
natura e dei beni comuni. Nella crisi globale di sistema, l'Europa declina e
cede al mercato i diritti, la democrazia, la sua unità e i suoi popoli.
Il Mediterraneo in questi anni è stato molto
lontano dal diventare il mare di pace sognato e rivendicato da chi si
mobilitava in quei giorni.
Sempre più spesso i riflessi delle sue acque
si sono colorati delle tinte drammatiche delle guerre che hanno devastato gran
parte delle sue coste, a tutte le sue latitudini: da quelle adriatiche
(attraverso le quali esattamente 20 anni fa la guerra arrivava a Sarajevo) alle
coste del medio oriente o a quelle della Libia fino a pochi giorni fa. O la
guerra non dichiarata che si è estesa dal Mar Egeo fino allo stretto di
Gibilterra contro chi fugge dal proprio paese alla ricerca di una speranza, di
un futuro diverso verso un’Europa ogni giorno più rapace ed egoista.
Sul Mediterraneo sognato, pensato, voluto
come mare di pace si è levato il lezzo insopportabile delle stragi, delle
bombe, degli egoismi dei paesi ricchi della sponda europea capace anche di
cancellare il profumo dei gelsomini della primavera araba.
Oggi più che mai, avvertiamo la necessità di
tornare, a Comiso, dopo trenta anni, nel nome di Pio La Torre , per:
-
riaffermare un impegno e una volontà di pace
-
superare le ipocrisie di chi da una parte
dice di voler sostenere l’ansia di libertà dei popoli arabi e che poi in realtà
utilizza le bombe anche contro civili inermi per assicurarsi il controllo delle
fonti di approvvigionamento energetico
-
denunciare la continua militarizzazione del
nostro territorio (da Trapani a Lampedusa, da Sigonella a Niscemi, attraverso
i Global Hawk e il MUOS), lo sfruttamento e la
distruzione del mare, delle coste, del territorio
-
sconfiggere chi pensa al Mediterraneo
solamente come un unico immenso mercato dentro il quale solo le merci hanno
diritto a muoversi e chi ha voluto blindare le nostre frontiere, trasformando
porzioni della nostra isola in lager dove tenere reclusi, privi di ogni
diritto, migliaia di persone
-
sostenere in maniera attiva e vera le società
civili democratiche mediterranee
-
promuovere una comunità mediterranea dei
diritti, per uscire insieme dalla crisi economica e sociale
-
rilanciare l’impegno contro le mafie, per la
democrazia e la libertà
Promotori:
ACLI, AICS, ANPI, Antimafia Duemila, ARCI, Articolo Tre, Arciragazzi, Arci Servizio Civile, Associazione Culturale Punto Rosso, Associazione Informagiovani Palermo, Associazione A’ Strùmmula, Auser, Banca Popolare Etica, Centro Open Mind GLBT, Centro “Pio La Torre”, Centro siciliano di documentazione “G. Impastato”, Centro Studi “G. Dossetti”, Cepes, Chiesa Evangelica Valdese-Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, CGIL, CISL, Ciss, Comitato Cittadino di Regalbuto, Coop. “Lavoro e non solo”, Cresm, Da Sud, Erripa “A. Grandi”, Fabbrica di Nichi-Comiso, FIOM, Forum Ambientalista, Forum Siciliano dei Movimenti per l'Acqua e i Beni Comuni, Gapa-San Cristoforo Catania, Giovani Comunisti/e, Giovani della Sinistra, Iniziativa Femminista Europea, I Siciliani giovani, Laici Comboniani Palermo, Legambiente, Libera, Libera Università Popolare, Lunaria, Pax Christi, Rete degli Studenti Medi, Rete dei collettivi studenteschi, Rifondazione Comunista Sicilia, Sefea, SEM-Sinistra EuroMediterranea, SPI, Terra del Fuoco, Terrelibere.org, Tilt, UDI Catania, UIL, Un’altra storia, Un ponte per …
informazioni e programma: http://comiso4aprile.blogspot.it/
per adesioni inviare una mail a : comiso4aprile@gmail.com
su facebook: 4 aprile 2012. A Comiso, 30 anni dopo.
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